La COP28 ha fissato tra gli obiettivi principali da raggiungere entro il 2030 quello di triplicare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Un obiettivo ambizioso che necessita di un forte impegno in termini di investimenti sull’installazione di nuova capacità produttiva e sulle infrastrutture che dovranno trasportare ed immagazzinare l’energia pulita prodotta.
Ma qual è la situazione ad un anno di distanza dalla conferenza sul clima di Abu Dhabi e a poche settimane dall’appuntamento con la COP29? Qualche dato significativo al proposito ci arriva dal report preparato per il G7 dall’agenzia IRENA (International Renewable Energy Agency), guidata dall’italiano Francesco La Camera.
Partiamo dalle buone notizie. Nel 2023 la capacità produttiva di energia rinnovabile è aumentata di 473 gigawatts, un balzo di oltre il 50% rispetto al 2022. A contribuire in maniera decisiva a questo risultato è stato il fotovoltaico con un incremento di capacità installata triplicato in cinque anni ed in crescita di oltre il 30% nel 2024 (fonte BNEF). A spingere la produzione di energia solare è stato il progressivo calo dei costi, conseguenza dell’impegno di paesi importanti come la Cina. Secondo IRENA è proprio l’energia solare a mantenere viva la possibilità di raggiungere quell’obiettivo della COP28 di cui si parlava all’inizio, ma da sola non basta.
Qui iniziano le notizie meno positive. Quella triplicazione della produzione di energia rinnovabile entro il 2030 è ancora in bilico per lo scarso contributo da parte di altre fonti green; ed in particolare dell’eolico. Secondo i calcoli di Bloomberg NEF nel 2024 la capacità produttiva dell’eolico salirà solo del 5%, e se si escludesse dal conto la Cina la variazione rispetto all’anno scorso diventerebbe negativa. Secondo IRENA l’attuale ritmo di crescita dell’eolico, ma anche del geotermico e delle bioenergie, lineare e non esponenziale, è ampiamente al di sotto del target necessario per raggiungere l’obiettivo COP28. E questo vale sia per le economie del G7, sia a livello globale. Senza correttivi il gap rischia di aprirsi in maniera sensibile dal 2026 in poi, facendo mancare complessivamente qualcosa come 2,3 terawatts.
L’eolico ed il solare sono due fonti di energia complementari e caratterizzate da costi e dimensioni di installazione completamente differenti. Ma in alcune zone del mondo la produzione di energia solare non può competere con quella fornita dalle turbine dell’eolico. Proprio per questo è necessario investire anche su questa fonte rinnovabile, rivitalizzando un settore in sofferenza.
Illustrazione di Marc Manhart