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Report ETF di Schwab, ai millennial piace la prudenza

L’ultimo report sugli ETF curato da Schwab Asset Management conferma una tendenza: i millennial sono investitori più prudenti rispetto alle generazioni precedenti.

Uscito qualche settimana fa, l’annuale report sugli investimenti in ETF redatto da Schwab Asset Management ci offre una fotografia molto interessante, non solo su come gli investitori utilizzino questa tipologia di strumenti finanziari, ma anche sui differenti approcci all’investimento tra le generazioni.

Il primo dato che emerge dallo studio è che per la quasi totalità degli intervistati (91%) l’investimento in ETF è parte essenziale del proprio portafoglio, e oltre la metà dichiara che investirà ulteriori risparmi in questi strumenti finanziari nei prossimi 12 mesi. Un entusiamo che dovrebbe portare la quota di ETF in portafoglio dall’attuale 27% al 37% entro i prossimi cinque anni. Molti tra gli intervistati citano le prospettive di crescita collegate all’intelligenza artificiale tra le principali motivazioni che spingeranno ad aumentare la quota di ETF in portafoglio.

Un dato interessante che emerge dal report di Schwab è che chi investe in ETF sembra più ottimista sull’andamento del mercato azionario rispetto a chi utilizza i classici fondi comuni di investimento.

Analizzando la tipologia di strumenti detenuti dal campione intervistato emerge che l’asset allocation maggiormente utilizzata è la classica 60/40, con delle differenze importanti tra le varie generazioni di investitori. Così si scopre, forse un po’ a sopresa, che la generazione dei millennial detiene in portafoglio una quota di reddito fisso che tocca il 46%, contro il 39% della generazione x ed il 33% dei cosiddetti boomer. Ma non è tutto. Il 44% dei millennial intervistati ha in progetto di aumentare la quota di etf obbligazionari in portafoglio. Una percentuale che scende al 34% per la generazione X e al 26% per i boomer.

Chi è nato tra gli inizi degli anni 80 e la metà degli anni 90 dello scorso secolo sembra mostrare un atteggiamento più prudente rispetto agli investitori con qualche (o molte) primavere in più. Un comportamento che potrebbe sembrare controintuitivo – tendenzialmente chi è più giovane dovrebbe avere una maggior propensione al rischio – ma che ha una sua logica se pensiamo al momento nel quale questa generazione ha sperimentato per la prima volta il mondo degli investimenti. Passare attraverso almeno un paio di forti mercati orso, una recessione pesantissima ed una pandemia non è di certo un’esperienza senza contraccolpi. E non è un caso se il 57% dei millennial apprezza gli ETF perchè consente loro un’ampia diversificazione del portafoglio.

Foto di Iqbal Nuril Anwar

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