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Elezioni USA, tra Trump trade, statistiche e quel contesto così cambiato

Gli investitori concentrati sulle elezioni USA tengono d’occhio gli asset che potrebbero beneficiare della vittoria di uno o dell’altro candidato. Dal Trump trade alla statistica dell’S&P500, ma gli effetti sui mercati delle presidenziali USA sono di breve termine.

Oramai mancano davvero pochi giorni ad uno degli appuntamenti più attesi di questo 2024. Si, ovviamente stiamo parlando delle elezioni presidenziali negli USA. Stando a quanto suggeriscono gli ultimi sondaggi la sfida tra la candidata democratica Kamala Harris ed il repubblicano Donald Trump si dovrebbe giocare sul filo del rasoio, in un testa a testa che verrà deciso dai soliti famosi Swing States.

Sui mercati finanziari, come abbiamo già avuto modo di accennare, l’aspettativa sembra essere quella di una vittoria dell’ex presidente Donald Trump. Avezzi alla lettura di grafici, ai trader non è di certo sfuggito l’oggettivo recupero di consensi che il candidato repubblicano ha messo a segno nell’ultimo mese abbondante. Ma non solo. Da molti mesi, infatti, i desk operativi tengono sotto controllo quello che è stato definito il “Trump trade”, vale a dire i movimenti degli asset più sensibili ad una vittoria repubblicana.

Se le promesse elettorali contano ancora qualcosa, l’eventuale amministrazione Trump dovrebbe essere caratterizzata da politiche fiscali espansive (taglio delle tasse) e da politiche commerciali protezionistiche (dazi). A beneficiarne dovrebbero essere alcuni settori specifici come quello delle banche, dell’energia e della salute. Al di fuori dei listini azionari, guardando anche all’esperienza del 2018, le aspettative di tariffe sulle importazioni più elevate e di un’inflazione più persistente portano ad ipotizzare un dollaro più forte ed una crescita dei rendimenti dei titoli di stato.

Coincidenza o relazione, non è così semplice affermarlo, dobbiamo però constatare che dollaro forte, rendimenti dei Treasury in salita e listini azionari in rally, vale a dire il cuore della Trump trade, sono elementi che stanno caratterizzando l’attualità dei mercati finanziari.

Al di là di quello che potrebbe sembrare un posizionamente preventivo in attesa di una vittoria del candidato GOP, molte analisi suggeriscono che gli effetti dei risultati elettorali sui mercati finanziari tendono ad evaporare molto rapidamente.

Uno studio di Vanguard osserva che, storicamente, le elezioni hanno un impatto limitato sui mercati azionari nel lungo periodo. Mentre nei mesi intorno al voto la volatilità può aumentare. Eventi economici globali (come crisi finanziarie o bolle speculative) hanno un’influenza molto più forte sui mercati rispetto all’esito elettorale, suggerisce lo studio. Da qui il consiglio di mantenere una strategia di investimento stabile e a lungo termine, evitando di cercare di “prevedere il mercato” basandosi sugli eventi politici.

Un’analisi di FreeFinance, invece, ricorda un dato interessante: storicamente la performance dell’S&P 500 nei tre mesi precedenti al voto ha predetto correttamente l’esito elettorale in circa l’83% dei casi dal 1964 ad oggi. Questo fenomeno sembra riflettere la fiducia del mercato nei confronti del partito in carica: se l’indice è positivo nei tre mesi precedenti al voto, il partito in carica ha solitamente maggiori possibilità di vincere. In questo caso i dati attuali (un guadagno del 5.53%) darebbe speranze di vittoria alla candidata democratica.

Quello che le analisi e le aspettative sembrano però ignorare è il contesto nel quale queste elezioni avvengono. E non si tratta di un elemento secondario. I programmi elettorali dovranno confrontarsi con una situazione geopolitica estremamente complicata, una ripresa economica ancora molto sensibile agli effetti dell’inflazione ed una condizione dei conti pubblici non proprio rassicurante. Lì si misurerà il vero impatto della nuova amministrazione sui mercati finanziari.

Illustrazione di Mohamed Hassan

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