Sfondo scuro Sfondo chiaro

Eurozona, inflazione torna a salire in ottobre

Altra giornata densa di dati macro. Nell’Eurozona l’inflazione torna a salire e a ottobre segna un +2% annuo. In Giappone tassi invariati ma dati macro non del tutto rassicuranti. Negli USA conferme dai consumi e buone notizie dal mercato del lavoro. Questo e altro nella K Briefing di oggi.
Ascolta il post (beta)

Giappone, produzione industriale in ripresa a settembre, male vendite al dettaglio. Nel mese di settembre la produzione industriale giapponese ha registrato un incremento dell’1.4% su base mensile, in controtendenza rispetto ad agosto e quattro decimo oltre le attese del mercato. Su base tendenziale la variazione rimane negativa per il settimo mese consecutivo ma si riduce a -2.8% dal -4.9% di agosto. Molto male le vendite al dettaglio che nel primo mese di autunno sono scese del 2.3% su base mensile, primo segno meno dal marzo scorso e peggior risultato da agosto 2021. Su base tendenziale la variazione si riduce al +0.5%, minimo dal febbraio del 2022.

Giappone, BoJ lascia i tassi invariati. Come da attese la banca centrale giapponese ha lasciato invariati i tassi di interesse, con il riferimento che rimane allo 0.25%, massimo dal 2008. La decisione arriva in un momento di forte incertezza politica nel paese che si aggiunge alle difficoltà dell’economia globale. Il board ha comunque confermato la volontà, se le condizioni macro lo consentiranno, di procedere ad un ulteriore intervento restrittivo nei prossimi mesi. La crescita economica è vista allo 0.6% per quest’anno e all’1.1% per il 2025. L’inflazione dovrebbe risalire fino al 2.5% entro fine anno e rallentare all’1.9% nel 2025.

Cina, settore privato resta in espansione. Il sondaggio PMI curato dall’istituto statistico cinese conferma lo stato di espansione per il settore privato cinese. A ottobre l’indice composite sale a 50.8 punti, massimo dal maggio scorso e secondo mese di crescita consecutivo. Torna a rivedere zona 50 per la prima volta dopo un semestre anche la manifattura, mentre prosegue la fase di espansione dei servizi. I numeri rimangono però molto vicini a 50, segnale di una fase comunque debole per l’economia del gigante asiatico.

Germania, bene vendite al dettaglio a settembre. Altro piccolo segnale di risveglio per l’economia tedesca. A settembre le vendite al dettaglio sono cresciute per il terzo mese consecutivo, registrando un +1.2% che batte le attese e porta la crescita tendenziale al 3.8%. Vendite in aumento tra i beni e servizi non alimentari (+1.7%), mentre calano tra i beni alimentari (-0.8%).

Eurozona, inflazione torna a salire in ottobre. Come anticipava il dato tedesco, l’inflazione in Eurozona torna a salire. Nel mese di ottobre l’indice generale dei prezzi al consumo è cresciuto del 2% su base annua, un decimo oltre le attese del mercato. Stabile la componente core che rimane al 2.7% contro attese di un calo al 2.6%. Su base mensile la variazione è stata del +0.3%, in controtendenza rispetto al -0.1% del mese precedente. Per il momento si tratta di un movimento atteso ed anticipato dalla banca centrale europea. Saranno importanti i dati di novembre e dicembre per capire se si rimane nella fisiologia del dato o se c’è qualche anomalia in grado di “bloccare” i piani di politica monetaria di Francoforte.

USA, mercato del lavoro.Secondo trimestre di rallentamento consecutivo per l’indice del costo del lavoro. Nel terzo trimestre la variazione è stata dello 0.8% rispetto al periodo precedente, un decimo in meno rispetto alle attese. Si tratta della variazione più bassa dal primo trimestre del 2021. Su base annua la variazione è del 3.9%, in calo rispetto al 4.1% del periodo precedente. Sul fronte dei sussidi di disoccupazione non si registrano novità importanti, la scorsa settimana le nuove richieste sono state 216 mila, minimo da metà maggio scorso e ben al di sotto delle aspettative. Unendo i dati sui sussidi a quelli dell’ADP verrebbe da pensare che il report ufficiale di domani potrebbe risultare migliore rispetto alle attese del mercato, vedremo.

USA, spese personali nel mese di settembre. Nel mese di settembre le spese personali negli USA sono salite dello 0.5% su base mensile, un decimo in più rispetto alle attese di mercato e tre in più rispetto al mese precedente. Aumenta la spesa sia per beni durevoli che per servizi e beni di consumo, un’altra dimostrazione della forza della domanda interna statunitense. Il tasso di risparmio scende al 4.6%, minimo dall’anno scorso. Sempre a settembre i redditi personali sono saliti dello 0.3%, in linea con le attese del mercato. I redditi da lavoro registrano un tutto sommato robusto +0.5%, stesso risultato del mese precedente. L’indice PCE core, una delle misure preferite dalla FED per l’inflazione, resta invariato al 2,7% (un decimo sopra le attese) con un +0.3% su base mensile.

Foto di Simon

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Elezioni USA, tra Trump trade, statistiche e quel contesto così cambiato

Post successivo

USA, report sul mercato del lavoro ai minimi dal 2020 ma con molte attenuanti

Pubblicità