Il mondo degli ETF non dorme mai. Strumenti finanziari sempre più amati dagli investitori, ma anche via della salvezza per ravvivare i ricavi del risparmio gestito di molte società di gestione. Tanto per fare qualche numero, basti pensare che nei primi nove mesi del 2024 sono stati collocati sulla borsa di New York 328 ETF, in media 36 nuovi prodotti al mese. Nel 2023 il numero di nuovi collocamenti ha toccato il record storico a quota 543 lanci.
Un paio di settimane fa abbiamo parlato di quella che a tutti gli effetti è la nuova frontiera degli Exchange Trade Funds, vale a dire la gestione attiva. Oggi aggiungiamo un piccolo tassello parlando di un nuovo prodotto in rampa di lancio a Wall Street che promette di intercettare l’interesse di una buona fetta di investitori, ma che pone anche ulteriori domande sul limite oltre il quale gli ETF, da strumenti di gestione del risparmio quali li abbiamo sempre considerato, si trasformino in qualcosa di molto simile a strumenti speculativi.
Andiamo con ordine. Di cosa stiamo parlando? L’agenzia Bloomberg ha recentemente dato notizia della presentazione da parte della società di gestione Tidal di un pacchetto di otto ETF denominati “Battleshares”. Tradotto letteralmente il nome significa “battaglia fra azioni”, ed in effetti potremmo riassumere il loro funzionamento proprio con queste tre parole. Questi ETF investono in due sole azioni correlate tra di loro per settore di appartenenza o per altre affinità di business. Una delle due azione viene ritenuta “vincitrice” a priori e le viene assegnata una posizione long. L’altra, invece, etichettata come “perdente” viene gestita con una posizione short. Qualche esempio? Tra gli otto ETF al vaglio della SEC ne troviamo uno che mette a confronto una delle magnifiche sette, Nvidia, contro il produttore statunitense di chip Intel; la prima con una posizione long, il secondo con una posizione short. Un altro ETF vede lo “scontro” tra Tesla e Ford; un altro ancora mette a confronto MicroStrategy con JpMorgan.
In attesa di capire se queste nuove creature sbarcheranno effettivamente a Wall Street, ci si interroga se ha senso mantenere sotto lo stesso cappello, quello della sigla ETF, strumenti a replica passiva di indici di mercato con strumenti che replicano strategie attive o al limite dello speculativo. Ben inteso, non si vuole dare un giudizio sui singoli strumenti (anche se i numeri, lo abbiamo visto nel caso degli ETF a gestione attiva, qualcosa ci suggeriscono), ma sarebbe opportuno e trasparente permettere agli investitori di poterli distinguere con maggior facilità.
Foto di Birgit