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Stati Uniti, PCE price index in crescita a ottobre, ma in linea con le attese

Giornata ricchissima di dati macro, spicca la crescita del PCE price index negli Stati Uniti, ma in linea con le attese e con le stime FED. Sempre dagli USA numeri confortanti per la domanda interna. Questo e altro nella K Briefing di metà settimana.

Cina, ancora un mese di calo per i profitti aziendali. Ad ottobre è continuata la fase discendente dei profitti aziendali delle aziende cinesi. Nei primi 10 mesi dell’anno la variazione tocca il -4,3% su base annua, otto decimi peggio del rilevamento di settembre. Su base mensile ottobre 2024 registra un -10.1% rispetto allo stesso mese del 2023. Il calo è più accentuato tra le aziende a partecipazione statale, mentre rallenta per quelle private.

Germania, cala ancora la fiducia dei consumatori. Nel mese di novembre l’indice GfK sulla fiducia dei consumatori tedeschi scivola a -23,3 punti, peggio delle attese e minimo da maggio scorso. In netto calo le aspettative sul reddito, effetto di maggiori preoccupazioni su rischio recessione ed aumento della disoccupazione. Frena la propensione agli acquisti, mentre aumenta di quasi cinque punti la propensione al risparmio.

Stati Uniti, conferme dalla nuova lettura PIL terzo trimestre. La seconda lettura della crescita statunitense nel terzo trimestre dell’anno non porta grosse sorprese. Il tasso di crescita annualizzato è confermato al 2,8% con un forte contributo da parte della voce consumi (ridotto leggermente il dato sulle spese per beni, dal +6% al +5,4%). Le spese per consumi al netto dell’inflazione sono salite del 3,5% annualizzato, due decimi in meno rispetto alle attese, ma in accelerazione rispetto ai due trimestri precedenti. Migliorata la voce relativa agli investimenti, mentre peggiorano, rispetto alla prima stima, i segni meno di scorte e esportazioni nette.

Stati Uniti, spese e redditi personali a ottobre. A ottobre le spese personali sono salite dello 0,4% rispetto al mese precedente, in calo rispetto a settembre ma un decimo meglio delle attese. In crescita anche i redditi personali: +0,6% rispetto a settembre, frutto soprattutto di un aumento dei salari (+0,5% contro il +0,4% del mese precedente). In crescita dello 0,7% il reddito disponibile, più del doppio rispetto a settembre. Numeri che da un lato continuano a confermare la forza della domanda interna statunitense (ed il potenziale per l’imminente stagione delle festività invernali); dall’altro lato non sfugge quell’aumento della componente salari, un possibile indizio di inflazione persistente.

Stati Uniti, PCE price index in crescita a ottobre, ma in linea con le attese. L’indice dei prezzi PCE, il più monitorato dalla FED, ha registrato a ottobre un aumento dello 0,2% su base mensile, in linea con le attese ed invariato rispetto a settembre. Su base annua la variazione sale al 2,3% dal 2,2%, mentre la componente core cresce del 2,8% annuo contro il 2,7% di settembre. Tutto come da attese del mercato ed in linea con le stime della banca centrale. Ad aumentare è la componente servizi, mentre quella relativa ai beni rimane sostanzialmente invariata. Per gli analisti si tratta di numeri che danno conferme alla FED e non spingono l’acceleratore su ulteriori tagli dei tassi.

Stati Uniti, ordini di beni durevoli in crescita nel mese di ottobre. Dopo due mesi di calo consecutivi, tornano a salire gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti. Su base mensile, ad ottobre, si è registrato un incremento dello 0,2%, massimo da aprile scorso ma tre decimi sotto le attese. Al netto del settore trasporti la variazione è stata dello 0,1%, un decimo meno delle attese. Se si toglie la voce difesa, invece, l’incremento rispetto a settembre è stato dello 0,4%. In calo, invece, gli ordini al netto di settore difesa ed aerei (una proxy della propensione all’investimento delle imprese). A ottobre si è registrato un calo dello 0,2%, primo segno meno dopo due mesi di crescita consecutivi.

Stati Uniti, mercato del lavoro stabile. Dati misti sul fronte dei sussidi di disoccupazione. Da un lato le nuove richieste settimanali di sussidi rimangono sostanzialmente stabili (settimana scorsa sono state 213 mila), dall’altro lato continua lentamente ad aumentare il numero dei sussidi continuativi. La scorsa settimana hanno toccato il massimo da novembre del 2021, a quota 1,907 milioni. L’economia non sembra ridurre posti di lavoro a ritmi elevati, ma allo tempo stesso non ne sta creando molti di nuovi, rendendo più difficile trovare impiego dopo essere stati licenziati.

Image by Michal Jarmoluk

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