Le donne guadagnano meno degli uomini. Si tratta purtroppo di una triste e consolidata realtà. Ma secondo un recente studio le cose si complicano e diventano ancora più discriminanti se il confronto è fatto tra madri e padri.
Nonostante decenni di progressi verso l’uguaglianza di genere, il divario salariale tra uomini e donne persiste in tutto il mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), le donne guadagnano in media il 20% in meno rispetto agli uomini a livello globale. Negli Stati Uniti, il gender pay gap si attesta intorno al 18%, con le donne che guadagnano circa 82 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo. In Italia, la situazione è leggermente migliore, con un divario medio di circa il 5% secondo Eurostat, ma i dati non tengono conto di aspetti cruciali come il numero di ore lavorate e la scarsa rappresentanza delle donne in ruoli dirigenziali, che ampliano ulteriormente le disparità.
Le differenze diventano particolarmente marcate quando entrano in gioco la maternità e le dinamiche familiari. Claudia Olivetti (Department of Economics, Dartmouth College) ed il premio nobel Claudia Goldin, hanno approfondito le ricerche sul tema. I dati raccolti mostrano che la cosiddetta penalità della maternità può portare a una riduzione dei guadagni delle donne fino al 30% nei primi dieci anni dopo la nascita di un figlio. Questo risultato indica una persistenza del riduzione del salario delle madri, anche quando i figli cominciano ad essere maggiormente autonomi. La maternità, suggeriscono le autrici dello studio, spesso porta le donne a cercare lavori meno retribuiti e con prospettive di carriera ridotte, per avere maggiore flessibilità. A questo si aggiunge un altro aspetto. Le donne in settori tradizionalmente maschili, come la medicina o la gestione aziendale, subiscono penalizzazioni più severe rispetto agli uomini per eventuali errori o prestazioni insufficienti, e questo aumenta ulteriormente il divario salariale.
L’elemento più urticante, però, è un altro. Secondo Olivetti e Goldin esiste un vero e proprio “fatherhood premium“, un premio della paternità. I lavoratori maschi con figli godono di un migliore trattamento salariale rispetto ai colleghi senza figli e, ovviamente, alle colleghe madri. Si tratta di un mix di aumenti, promozioni e riconoscimenti concessi ai padri in quanto percepiti come principali sostenitori economici della famiglia. Un fenomeno particolarmente marcato tra gli uomini con un’istruzione universitaria e lavori molto esigenti.
Foto di ParentiPacek