Corea del sud, inflazione risale a novembre. Nel mese di novembre l’inflazione sudcoreana è risalita di due decimi rispetto al minimo a quattro anni registrato in ottobre. Il dato tendenziale si fissa all’1,5%, ancora al di sotto del target della banca centrale. Su base mensile si registra la prima variazione negativa da giugno scorso, con un -0,3% superiore di due decimi alle attese. Nelle scorse settimane la banca centrale ha inaspettatamente tagliato i tassi di interesse su previsioni di inflazione più debole e crescita in rallentamento; questi dati sembrano rafforzare le ragioni dell’istituto centrale.
Gran Bretagna, prosegue incertezza su vendite al dettaglio. Ancora un dato sulle vendite al dettaglio in Gran Bretagna e ancora incertezze sul loro andamento da qui a fine anno. Il sondaggio del BRC stima un calo su base annua del 3,4% per il mese di novembre, primo segno meno da giugno e molto peggio rispetto alle attese (-0,7%). Secondo BRC le motivazioni del calo sono molteplici, tra queste ci sono un Black Friday molto ritardato rispetto all’anno scorso e un calo generale della fiducia dei consumatori.
Sud Africa, segno meno per il PIL nel terzo trimestre 2024. Primo segno meno dal terzo trimestre 2023 per l’economia sudafricana. Su base congiunturale il PIL è sceso dello 0,3% con un forte calo della produzione, in particolare di quella agricola (complici le difficili condizioni meteo). Su base tendenziale la crescita si ferma allo 0,3%, stessa percentuale registrata nel secondo trimestre e ben distante dalle attese (+1,2%).
Brasile, crescita terzo trimeste in linea con le attese. Nel terzo trimestre dell’anno il PIL brasiliano è cresciuto dello 0,9% su base congiunturale, in linea con le attese ma in flessione di tre decimi rispetto al trimestre precedente. Su base tendenziale l’economia brasiliana registra un +4% tondo che batte di un decimo le attese.
Stati Uniti, offerte di lavoro in crescita nel mese di ottobre. Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono salite di 377 mila unità nel mese di ottobre, superando le attese del mercato e fissandosi a 7,74 milioni. Siamo su livelli prossimi a quelli dell’immediato pre-pandemia. Tra i vari dati si può segnalare il quits rate che risale al 2,1% dall’1,9% del mese precedente, con i licenziamenti che toccanno quota 3,31 milioni, massimo a cinque mesi, a segnalare una maggior confidenza da parte dei lavoratori nel poter trovare un altro impiego.
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