Cina, esportazioni crescono meno delle attese a novembre. Nel mese di novembre le esportazioni cinesi hanno registrato una crescita su base annua del 6,7%, quasi due punti sotto le attese e ben distante da quel +12,7%, massimo a due anni, registrato in settembre. Si tratta comunque dell’ottavo mese di crescita consecutivo, con il valore delle esportazioni che supera i 310 miliardi di dollari e tocca il massimo a 26 mesi. Nel timore di nuove tariffe statunitensi, gli esportatori anticipano le spedizioni verso occidente: +8% l’export verso gli Stati Uniti, +7% quello verso l’Unione Europea. Il dato sulle importazioni, invece, non fa altro che confermare la debolezza della domanda interna, con un calo – il secondo consecutivo – del 3,9% su base annua; peggior dato da febbraio scorso.
Australia, banca centrale resta ferma anche a dicembre. Come da attese la banca centrale australiana chiude il 2024 lasciando invariati i tassi di interesse, con il riferimento al 4,35% per il nono mese consecutivo. L’inflazione è in calo, ma la componente core continuerà a rimanere piuttosto elevata prima di tornare verso il valore medio del target entro il 2026. La crescita ancora debole e le incertezze internazionali richiedono prudenza e attenzione ai dati man mano che questi arriveranno.
Brasile, inflazione tocca massimo a 14 mesi in novembre. Nel mese di novembre l’inflazione brasiliana è salita al 4,87% su base annua, massimo da oltre un anno e leggermente sopra le attese del mercato. Si tratta della seconda lettura in crescita consecutiva; movimento atteso dalla banca centrale, complice anche la manovra fiscale espansiva del governo brasiliano. Su base mensile si registra il terzo rialzo consecutivo con un +0,39% rispetto a ottobre che è leggermente superiore alle attese del mercato.
Stati Uniti, balzo dell’indice di fiducia delle piccole imprese. Il NFIB Small Business Optimism Index è salito a novembre a quota 101,7 punti, massimo dal giugno del 2021 e ben al di sopra delle attese del mercato. Dal punto di vista statistico si tratta anche della prima lettura sopra la media storica da quasi tre anni. A riaccendere l’ottimismo, oltre al rallentamento dell’inflazione, sono le aspettative sulla nuova amministrazione Trump che dovrebbe portare ad una riduzione delle tasse e delle regolamentazioni capace di dare una spinta alla crescita economica. La percentuale di chi si attende un’economia in crescita nei prossimi mesi sale al 36%, massimo dal giugno del 2020.
Stati Uniti, dato finale sul costo del lavoro nel terzo trimestre. Il costo per unità di lavoro è salito nel terzo trimestre dello 0,8%, in calo rispetto al trimestre precedente e decisamente meglio della stima preliminare (+1,9%). La componente salari è cresciuta del 3,1%, percentuale rivista al ribasso rispetto alla stima preliminare. La produttività, invece, è salita del 2,2% rispetto al trimestre precedente; una conferma rispetto alla stima preliminare. Nell’ultimo anno il costo per unità di lavoro è salito del 2,2%
Foto di Livid Rhino