Giappone, prezzi alla produzione crescono oltre le attese a novembre. Nel mese di novembre i prezzi alla produzione in Giappone sono saliti del 3,7% su base annua, tre decimi oltre le attese ed in accelerazione rispetto al mese precedente. Si tratta del 45° mese di crescita consecutivo e del massimo dal luglio del 2023. Su base mensile si registra per il terzo mese consecutivo una crescita dello 0,3%, un decimo oltre le attese.
Sud Africa, inflazione in rialzo nel mese di novembre. Lettura in rialzo per l’inflazione sudafricana nel mese di novembre. L’indice sale del 2,9% su base annua, un decimo in più rispetto a ottobre, prima riaccelerazione dopo cinque mesi di rallentamento consecutivo. Niente di preoccupante, comunque. Il livello rimane nettamente sotto il target della banca centrale e sui minimi dal febbraio del 2021. Il tasso core scende al 3,7%, due decimi in meno del mese precedente e minimo da febbraio del 2022.
Stati Uniti, inflazione nel mese di novembre: tutto come da attese. Tutto secondo le attese per quel che riguarda l’inflazione statunitense nel mese di novembre. L’indice risale di un decimo, al 2,7% su base annua, mentre il tasso core rimane invariato al 3,3%. Su base mensile la variazione è del +0,3%, crescita stabile da quattro mesi a questa parte. A questo punto per gli analisti sembra molto probabile un nuovo taglio dei tassi da parte della FED nella riunione del 18 dicembre prossimo e, a seguire, una probabile pausa.
Canada, maxi taglio dei tassi per la banca centrale. Come da attese del mercato, la banca centrale canadese taglia i tassi di interesse e lo fa con una mossa da 50 punti base. Il riferimento scende al 3,25%, sui livelli del settembre 2022. Si tratta del secondo taglio da 50 punti base consecutivo e del quarto intervento da giugno scorso. Il board sottolinea da un lato come l’inflazione prosegua la sua fase di rallentamento, mentre dall’altro vi sia un eccesso di offerta e una crescita in indebolimento. Da qui la scelta di sostenere la crescita e gestire un’inflazione tra l’1% ed il 3%. Per il futuro nessuna ulteriore riduzione già programmata, ma la volontà di agire se necessario in base ai dati che arriveranno.
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