Cina, ancora dati misti per l’economia. Nel mese di novembre la produzione industriale cinese ha registrato un incremento su base annua del 5,4%, meglio delle attese e sul livello di settembre scorso. L’output manifatturiero cresce del 6% su base annua, con 34 settori su 41 in miglioramento. Numeri positivi anche dall’estrattivo e dal settore energia. Sul fronte della domanda interna, invece, le note continuano ad essere dolenti. Le vendite al dettaglio in novembre sono cresciute del 3% su base annua, peggior dato da agosto e rallentamento rispetto al mese di settembre. La crescita è oltre un punto e mezzo in meno rispetto alle attese. Su base mensile si registra una contrazione dello 0,16%, mentre da inizio 2024 la variazione è del +3,5%. E mentre continua la fase di deflazione del settore immobiliare, numeri in rallentamento si registrano anche sul fronte degli investimenti: +3,3% su base annua, peggior dato da dicembre scorso, +12% per la manifattura e -10% per l’immobiliare.
Sondaggi PMI di dicembre, segni di ripresa dal settore servizi. I sondaggi PMI di dicembre sembrano indicare una leggera ripresa del settore servizi ed una stabilizzazione della situazione per quel che riguarda la manifattura. Vediamo la situazione delle principali aree geografiche.
Australia. La manifattura trascina in zona contrazione il settore privato australiano. A dicembre il PMI composite si ferma a 49,9 punti con la domanda estera che peggiora ulteriormente rispetto al mese precedente. Il settore servizi migliora marginalmente, mentre sul fronte dei prezzi si registra un aumento di quelli alla produzione che non viene del tutto passato sui prezzi di vendita. L’ottimismo delle imprese, però, migliora e tocca il massimo da oltre due anni.
India. Torna ad accelerare il PMI del settore manifattura che grazie agli ordinativi esteri e alle nuove attività torna sopra la media storica dell’indicatore. I servizi segnano la miglior perfomance da 4 mesi a questa parte. Dopo tre mesi l’indice composite torna sopra la soglia dei 60 punti, registrando il 41° mese consecutivo di espansione del settore privato. Cresce anche l’occupazione mentre sul fronte dei prezzi la situazione è mista: crescono quelli alla produzione, calano quelli al consumo.
Giappone. Secondo mese consecutivo in zona espansione per il settore privato giapponese. Il PMI composite sale a 50,8 punti grazie all’accelerazione del settore servizi. Ancora fase di debolezza per la manifattura che rimane appena al di sotto della soglia dei 50 punti. La domanda estera rimane ancora debole. Bene l’occupazione che continua a rimanere in zona espansione. Interessante (anche per la BoJ) la dinamica dei prezzi: la debolezza dello yen aumenta i prezzi alla produzione e le aziende trasferiscono sempre di più i maggiori costi sui prezzi di vendita. La componente inflazione tocca il massimo da maggio scorso.
Eurozona. Secondo mese consecutivo in zona contrazione per l’Area Euro, ma torna ad espandersi il settore servizi. Il PMI Composite sale a 49,5 punti, facendo meglio delle attese. Nel complesso per il settore privato la domanda continua ad indebolirsi e le aziende stanno adattando la forza lavoro al livello delle commesse. La riduzione di posti di lavoro tocca il ritmo più alto da quattro anni a questa parte. E se nel complesso la fiducia degli operatori torna a salire, a frenare sono sempre le grandi economie di Germania e Francia. Se per la prima si registra un ritorno all’espansione per il settore servizi, per la Francia tutti i sondaggi PMI si fermano sotto la soglia dei 50 punti (peggiora ulteriormente la manifattura). Leggero rialzo per quel che riguarda la componente prezzi.
Gran Bretagna. Settore privato che rimane ancora in zona espansione, ma se il settore servizi registra un miglioramento nel mese di dicembre, la situazione risulta delicata per la manifattura. Il PMI di quest’ultima peggiora e scende a 47,3, peggior risultato dal gennaio scorso, con numeri negativi da produzione e nuovi ordini. A mantenere per il 14° mese consecutivo sopra la soglia dei 50 punti il PMI composite ci pensa il settore servizi che interrompe una serie di tre mesi di rallentamento consecutivi. Come per l’Eurozona, anche nel Regno Unito aumenta il ritmo dei tagli occupazionali, mentre l’inflazione rimane sostenuta anche a causa della pressione sui salari.
Eurozona, costo del lavoro nel terzo trimestre. La crescita dei salari nell’Area Euro rallenta anche nel terzo trimestre e tocca il minimo da fine 2023. La variazione su base annua è stata del +4,4%; un rallentamento registrato per tutti i settori e nelle principali economie dell’area.
Stati Uniti, indice Empire State Index di dicembre. Secondo mese sopra quota zero per l’indice Empire State, ma il dato è in netto rallentamento rispetto al mese precedente. L’indicatore si ferma a 0,20 contro attese di 12 punti. Le componenti relative a produzione e ordini rallentano il passo, mentre si stabilizza la componente occupazione. Sul fronte dei prezzi il sondaggio registra una crescita moderata.
Foto di wal_172619